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Malattia Professionale

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MALATTIA PROFESSIONALE

 

Che cos’è e come devono comportarsi il lavoratore e il datore di lavoro? In questo articolo risponderemo a tutte le questioni relative alla Malattia Professionale e all’iter burocratico.

 

     –> Cos’è la malattia professionale?
     –> Quali sono le malattie professionali
     –> Chi ha diritto all’indennizzo Inail per malattie professionali
     –> Come denunciare una malattia professionale
     –> A cosa dà diritto la malattia professionale
     –> Chi rilascia il certificato medico di malattia professionale?
     –> Cosa comporta la malattia professionale per il datore di lavoro?
     –> Malattia professionale: licenziamento

 

Cos’è la malattia professionale?

È una patologia contratta dal lavoratore in conseguenza dell’attività lavorativa svolta. La causa o concausa è appunto l’esposizione a fattori di rischio specifici, presenti esclusivamente nell’ambiente di lavoro.

Questi ultimi, intervenendo in modo costante e graduale nel tempo, possono generare effetti cronici sulla persona: pertanto, deve esistere un nesso causale tra la malattia in oggetto e lo svolgimento dell’attività professionale.

Quali sono le malattie professionali

L’attuale sistema assicurativo distingue le cosiddette malattie professionali “tabellate” (o tecnopatie) da quelle non espressamente elencate ma di dimostrata origine professionale (cosiddette malattie professionali “non tabellate”, o malattie correlate al lavoro).

Le malattie professionali sono dunque definite “tabellate” se presenti nelle tabelle indicate dalla normativa di riferimento (DPR n. 1124/1965 e s.m.i.), ovvero il cosiddetto Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

In questo caso, al lavoratore non spetta rilevare l’origine professionale della malattia.

Infatti, laddove egli possa dimostrare, da un lato di essere stato designato a quell’attività tabellata, dall’altro di aver contratto la malattia (e infine abbia effettuato la denuncia), esiste la presunzione legale d’origine professionale della malattia in questione.

Questo significa che l’indisposizione del lavoratore è stata determinata dal lavoro da lui svolto.

D’altro canto, le malattie professionali “non tabellate” sono quelle assenti negli elenchi sopra citati. Il lavoratore assicurato ha dunque l’onere di chiarire l’origine professionale della patologia da cui è affetto, al fine di ottenere il risarcimento dell’INAIL.

Chi ha diritto all’indennizzo Inail per malattie professionali

Nella tutela Inail rientrano i lavoratori dipendenti e i parasubordinati. Esclusi fondamentalmente i lavoratori autonomi, eccetto alcune categorie come artigiani e coltivatori diretti, e i liberi professionisti.

Infatti, in virtù del principio di automaticità delle prestazioni previdenziali, il lavoratore ha diritto alle prestazioni anche se il suo datore di lavoro non lo ha assicurato o non è in regola col pagamento dei contributi.

Ciononostante, questo principio non si applica per i lavoratori autonomi che beneficiano dell’indennità Inail. Per questi ultimi in realtà il diritto (e quindi il pagamento) nasce nel momento in cui è regolarizzata la situazione contributiva.

Il lavoratore autonomo accede invece alle prestazioni sanitarie e riabilitative anche se non ha provveduto al versamento del premio assicurativo.

Come denunciare una malattia professionale

Un elemento importante del processo è la denuncia. Quest’ultima deve sempre essere esposta dal datore di lavoro alla sede Inail competente (cioè nel territorio dove si trova il domicilio dell’interessato), entro cinque giorni dalla data in cui ha ottenuto il certificato medico.

Il lavoratore deve presentare la denuncia al datore di lavoro entro 15 giorni dalla presenza dei primi sintomi, al fine di non perdere il diritto all’indennità per i giorni precedenti la segnalazione (art. 52, D.P.R. n. 1124/1965 e s.m.i.).

Per avviare la procedura, il lavoratore indica al datore di lavoro il numero identificativo del certificato medico, la data di rilascio e, nel caso in cui sia stato assente dal lavoro, i giorni di prognosi indicati nel certificato stesso.

Da leggere: Gli obblighi del Datore di Lavoro

 

A cosa dà diritto la malattia professionale

L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) rimborsa i danni provocati dalle malattie professionali attraverso prestazioni di carattere economico, sanitario e riabilitativo.

Il danno viene compensato con un indennizzo “una tantum” se il danno biologico è pari o superiore al 6%, e con una rendita se supera il 15%.

Per quanto riguarda il datore di lavoro, è tenuto ad assolvere alcuni obblighi.

Egli infatti deve corrispondere:

Invece, l’Inail deve corrispondere:

Chi rilascia il certificato medico di malattia professionale?

Quando un medico constata una malattia, collegata o meno a uno stato d’incapacità temporanea di lavorare, per la quale si sospetti un’origine lavorativa, egli deve rilasciare un certificato medico.

(Questo medico può essere il medico di famiglia, un medico specialista, il medico competente dell’azienda, il medico della ASL o il medico del pronto soccorso).

 

Il certificato medico di Malattia Professionale

La Certificazione Medica ha funzione assicurativa-previdenziale, e certifica appunto l’esistenza di una malattia di sospetta origine professionale.

I certificati medici in oggetto sono svariati:

Ricordiamo che rimane a carico del medico l’onere d’inviare la denuncia ai sensi dell’art.139 del DPR n. 1124/1965 alle Direzioni territoriali del lavoro/Aziende sanitarie locali.

Cosa comporta la malattia professionale per il datore di lavoro?

Il datore di lavoro invia la denuncia di malattia professionale (insieme ai riferimenti del certificato medico già tramesso), entro i 5 giorni successivi a quello nel quale il lavoratore ha denunciato la manifestazione della malattia (art. 53 D.P.R. n. 1124/1965 e s.m.i.).

In caso di mancato rispetto delle scadenze, il datore di lavoro subirà specifiche sanzioni amministrative.

Malattia professionale: licenziamento

In via generale, il lavoratore in malattia ha diritto a mantenere il proprio posto di lavoro, ma solo entro un orizzonte temporale predefinito, che viene indicato nei contratti collettivi. Quest’ultimo è il cosiddetto periodo di comporto: altro non è che il limite massimo di assenze per malattia che un lavoratore dipendente può fare senza correre rischi.  Superato questo termine, il lavoratore subordinato può rischiare il licenziamento.

Anche la malattia professionale è conteggiata nel periodo di comporto, salvo un’unica eccezione: non si calcolano i periodi di assenza per malattia professionale attribuibili al datore di lavoro per mancanza di attuazione delle misure per la Salute e Sicurezza.

 

Fonti:

  1. INAIL
  2. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
  3. D.P.R. 1124/1965

 

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